La moda gotica o moda goth o gothic look – definita impropriamente in Italia come moda dark – è un’espressione che indica una serie di stili di abbigliamento e di cosmesi che identificano il movimento gotico che trova la sua ispirazione nella letteratura tardo-romantica dell’800 e si diffonde a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 del ‘900. Ciò che accomuna tutte le declinazioni della moda gotica è l’uso del colore nero nell’abbigliamento, nella cosmesi (smalto, rossetti, eyeliner) e negli accessori (ciondoli, pesanti anelli argentati, borchie, croci, piercing). La moda nasce e si diffonde nelle grandi metropoli e agli inizi, gli amanti di questo stile erano oggetto di facili ironie, un look da “becchini”, non proprio rassicurante o benaugurante: nella capitale, li si additava come una schiera di operatori delle pompe funebri; ma sebbene morboso, tetro, esagerato o enfatizzato, la moda gotica ha una sua nobiltà di origini, non fosse altro per la chiara ispirazione alla moda vittoriana con balze, volants, volumi, fiocchi e trine.
Origini del gothic look
Il gothic look è espressione di varie identità e movimenti gotici ispirati a gruppi musicali o letterari dei primi anni ’80 derivati dal movimento “punk”. Il primo a utilizzare la definizione “gothic” fu Ian Astbury a proposito del cantante della band Sex Gang Children, Andi Sex Gang, per il suo modo di muoversi, vestire e acconciare. Molte riviste di genere, utilizzarono presto il termine per descrivere anche tutti quei movimenti che si ispiravano alla letteratura gotica sia per tematiche, atteggiamenti, stile di vita, filosofia. Il post-punk e il batcave (dal nome dell’omonimo locale inglese) sono all’origine dell’influenza da cui deriva la moda gotica. L’elemento risaltante è l’acconciatura: capelli rasati con creste altissime, colorate o decolorate, un esagerato uso della lacca e delle cotonature per verticalizzare la pettinatura. I vestiti sono caratterizzati da gonne e pantaloni tagliati, calze a rete o strappate, accessori associati al gusto per la provocazione di stampo erotico o religioso o feticista. Il messaggio era quello di andare contro corrente, di uscire dal conformismo e di distinguersi da una società di cui non si condividono i valori, per cui l’adozione di un codice di abbigliamento contrario all’utilizzo consueto: gioielli in argento al posto dell’oro, abiti strappati e laceri piuttosto che ordinati, pezze, toppe, spille, ricami, lacci, borchie, scarpe voluminose, tipo anfibio, e stivaletti in opposizione ai mocassini classici e discreti. Il successo musicale dei “The Cure” ne determina la consacrazione e il Batcave diventa il locale di ritrovo per gli amanti del genere il cui stile inizialmente era considerato sobrio a parte l’accentuato uso del nero e senza gli eccessi che ne seguirono.
Le varie identità della moda gotica
La moda gotica ha diverse declinazioni che si possono riassumere nei termini seguenti:
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Glam goth: tende a invertire i ruoli con gonne e trucco per gli uomini e abiti in stile gessato per le donne, teatralità nella cosmesi e negli accessori;
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Romantic goth: di ispirazione scandinava, nasce nei primi anni ’90, con un look ricercato che riprende temi macabri, fantastici, intimisti e malinconici, che rispecchiano lo stato d’animo inquieto e passionale per cui abbigliamento barocco e corsetti ricchi di crinoline, pizzi, gonne lunghe e stratificate per lei, spolverini e camicie con balze per lui;
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Ghost and vampire goth: di chiara ispirazione al mondo dell’oltretomba, stile dandy alla Lord Byron per lui e vestiti ampi per lei, viso pallido accentuato dal contorno occhi nero, lenti a contatto di colori diversi, cappotti e mantelli, fisici longilinei;
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Goth esoteric: ispirato all’horror e all’esoterismo, al mondo del paranormale e delle religioni neopagane, dal look realmente cadaverico e spettrale;
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Fetish goth: introduce elementi di abbigliamento in latex, tute lucide aderenti e accessori feticisti di chiara derivazione sessuale, borchie, collari, manette e corsetti costrittivi, al limite dei costumi burlesque;
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Cybergoth: aggiunge alla base elementi di futurismo e tecnologia con magliette corazze, elementi di plastica e capelli fluorescenti o multicolore;
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Gothic Lolita: deriva dallo stilista giapponese Mana che fonde elementi di romantic goth a decorazioni e fronzoli eccessivi: ombrellini di pizzo, guanti, manicotti, ventagli, cappelli trasmettendo un’immagine infantile di adulti bambini, ma con ricercata raffinatezza. Prevale sempre il nero e il fondotinta bianco;
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Gothic aristocrat: è la versione prettamente maschile del gothic lolita con linearità delle forme, eleganza abbinata a uno stile aristocratico con il ricorso a cilindri, bombette, bastoncini da passeggio, cappotti lunghi, cravatte, al nero e al bianco si alternano colori scuri come il blu o il viola.
È evidente che le sfumature possono essere infinite, ma definire questa moda come un look da becchini fa torto sia agli uni che agli altri – per ragioni diverse – considerando il rigore e la vera sobrietà che necessariamente si attiene ad un’agenzia di pompe funebri come per esempio La Cattolica San Lorenzo e alla serietà che compete al ruolo, in fondo… non c’è nulla di controcorrente nella morte.