Carta da parati per i vestiti: possibile nuovo trend o stramberia kitsch?

La moda, come ben si sa, è un mondo all’insegna dell’originalità. Questo settore è noto anche per le sinergie creative con altri mondi, in primis quello dell’arredamento.

Uno degli ultimi trend che coinvolge questi universi riguarda un prodotto presente nelle case di tantissimi italiani: la carta da parati, scelta per la sua comodità e per la convenienza economica.

La carta da parati è nota – come è normale che sia – per il suo utilizzo tradizionale, ovvero il rivestimento delle pareti. Sul mercato, questo materiale è disponibile in una grande varietà di stili, colori e texture (basti vedere le tappezzerie dal design particolare su cartadaparatiartistica.com, azienda attiva nel settore) e consente di personalizzare gli ambienti di una casa, un negozio o un ufficio in base ai gusti individuali, aggiungendo un tocco estetico e decorativo. Di recente, tuttavia, questo elemento decorativo proprio dell'edilizia è balzato agli onori della cronaca per un uso decisamente insolito: quello della moda.

Un designer svedese, infatti, ha dato vita a una collezione speciale legata al brand Sahco. La linea è caratterizzata dalla presenza di capi realizzati con materiali che vengono spesso impiegati per i tessuti dell’arredamento indoor.

Bengt Thornefors: questo è il nome del creativo che, negli ultimi due anni, sta facendo parlare di sé per una scelta indubbiamente divisiva. Nella sua carriera ci sono collaborazioni di grande importanza. Giusto per citarne una, ricordiamo quella con Saint Laurent, risalente al 2015.

C’è chi elogia la sua idea creativa e chi, invece, pensa che sia l’ennesima stramberia di un settore, quello della moda, che ha già dato tutto ormai da decenni.

La collezione, presentata nel 2022 sulle passerelle della Fashion Week di New York, si distacca in maniera palese dall’approccio tipico dell’alta moda, all’insegna della ricerca estetica ma poco propenso alla commistione tra mondi, mettendo in primo piano innanzitutto tessuti con motivi floreali affini a quelli delle carte da parati.

C’è chi ha salutato questa innovazione facendo leva su un altro aspetto, ossia quello della sostenibilità.

In un periodo in cui si parla sempre di più dell’economia circolare definendola il futuro della moda, lo spunto dato dal progetto di Thornefors, che ha portato una ventata di novità nelle collezioni di un brand dalla storia secolare, può rivelarsi un punto di partenza interessante per chi vuole lavorare sulla sinergia virtuosa tra moda e sostenibilità.

 

Il matrimonio tra moda e arredamento: gli altri casi al centro dell’attenzione

Quello tra moda e arredamento è un matrimonio felice che, nel corso degli anni, ha regalato grandi soddisfazioni agli appassionati di entrambi i mondi.

Di esempi oltre a quello appena menzionato della collezione ispirata alla carta da parati se ne potrebbero fare tanti. Uno dei più importanti ci riporta indietro di qualche anno, per la precisione al 2019, quando andavano di super moda gli abiti a tenda, vere e proprie opere d’arte in tessuto in grado, come attori provetti, di guadagnare il centro della scena, con risultati straordinari soprattutto se abbinati ad accessori all’insegna della semplicità.

Oltre ai prodotti veri e propri, per raccontare la sinergia tra moda e arredamento è il caso di menzionare gli eventi. Durante occasioni di respiro internazionale come il Salone del Mobile, non è affatto raro vedere realtà del mondo del design di interni e della moda esporre nel medesimo spazio.

C’è chi, chiamando in causa queste collaborazione, parla di mera ricerca della visibilità e chi, invece, va oltre, ricordando che il modo in cui arrediamo gli spazi di un luogo intimo come la casa e le scelte che facciamo nel vestire sono espressioni profonde della nostra identità, motivo per cui ha più che senso che abiti, mobili e complementi siano mostrati in un medesimo contesto.

Più che di stramberia, bisognerebbe quindi parlare di un’evoluzione del concetto di bellezza e della consapevolezza di quanto ogni scelta estetica che facciamo sia espressione del nostro io, di come vogliamo essere percepiti e dell’impatto che vogliamo lasciare sul mondo.

Uno strumento per fare in modo che sia positivo è senza dubbio la creatività che, come ci hanno insegnato designer dal talento indimenticabile come la grande Vivienne Westwood, non ha davvero confini ed è in grado di spaziare dalla realizzazione di abiti a quella di accessori ed elementi d’arredo, tutti prodotti in grado di raccontare la storia e l’unicità di chi li sceglie.