Pianeta Nove, nuovi indizi sulla sua presunta esistenza: ecco come sarebbe fatto

Pianeta Nove, nuovi indizi sulla sua presunta esistenza: ecco come sarebbe fatto

Nuovi indizi sulla presunta esistenza del nono pianeta del Sistema solare, lo sfuggente Pianeta Nove o Pianeta X, sono stati trovati dai due ricercatori che esattamente tre anni fa ne teorizzarono l’esistenza, gli astronomi Mike Brown e Konstantin Batygin del California Institute of Technology (Caltech). I due, avvalendosi di nuove e più efficaci simulazioni al computer, hanno determinato che gli oggetti della fascia di Edgeworth-Kuiper – distanti ben 50 Unità Astronomiche dal Sole – hanno una probabilità soltanto dello 0,2 percento di essersi raggruppati da soli. Poiché le orbite e le posizioni anomale di questi lontanissimi oggetti ghiacciati sono alla base delle teorie sull’esistenza del Pianeta Nove – li influenzerebbe dal punto di vista gravitazionale -, i nuovi calcoli avvalorerebbero l’ipotesi della sua presenza. In parole semplici, i KBO (Kuiper Belt Object) presenterebbero anomalie proprio a causa dell’influenza gravitazionale di un grosso corpo celeste, il Pianeta Nove, appunto.

La posizione del Pianeta Nove. Dai primi calcoli condotti da Brown e Batygin emerse che il Pianeta Nove avrebbe potuto trovarsi a ben 75 volte la distanza di Plutone, il pianeta nano che fino al 2006 ha ricoperto il ruolo di nono pianeta “ufficiale” del Sistema solare (fu declassato dalla UAI sulla base delle sue caratteristiche). Si tratta di una distanza enorme, pari a circa 3mila unità astronomiche (una UA è pari a 149,6 milioni di chilometri, la distanza che separa il centro della Terra dal centro del Sole). Le nuove simulazioni, tuttavia, suggeriscono che esso sarebbe molto più vicino, ovvero orbiterebbe tra le 400 e le 800 unità astronomiche. Sarebbe comunque lontanissimo, tenendo presente che l’oggetto più lontano del Sistema solare, FarFarOut appena scoperto, si trova a 140 unità astronomiche.

Credit: James Tuttle Keane / Caltechin foto: Credit: James Tuttle Keane / Caltech

Composizione del Pianeta Nove. La distanza orbitale non è l’unica nuova caratteristica teorizzata dai due scienziati americani, che hanno collaborato con i colleghi del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università del Michigan. In passato si riteneva che il Pianeta Nove fosse un gigante gassoso o un gigante ghiacciato, con una massa dieci volte e un volume quattro volte superiori a queli terrestri. In base ai nuovi calcoli, tuttavia, il Pianeta Nove sarebbe una super Terra rocciosa, con una massa cinque volte quella del nostro pianeta. Sono tutte teorie e la caccia allo sfuggente corpo celeste è ancora apertissima, ma secondo Batygin e colleghi verrà scoperto entro il prossimo decennio. La difficoltà nell’individuarlo risiederebbe solo nella grandissima distanza che lo separa dalla Terra. I nuovi dettagli sul pianeta misterioso sono stati pubblicati in due riviste scientifiche specializzate, Physics Reports e The Astronomical Journal.

Fonte: Pianeta Nove, nuovi indizi sulla sua presunta esistenza: ecco come sarebbe fatto