Le sculture in metallo di Ghassan Salameh
Le sculture in metallo di Ghassan Salameh
Le sculture in metallo di Ghassan Salameh
Il noto e compianto cantautore milanese Enzo Jannacci scriveva, nel 1980, un brano intitolato “ci vuole orecchio”: bisogna averne tanto, anzi parecchio. Per fare certe cose… ci vuole orecchio. La design week milanese è da poco terminata e nella marea sterminata di proposte di tutti i tipi, tra interior design, food design, mobile, sustainable, green, communication e chi-più-ne-ha-più-ne-metta-design, per individuare le vere novità… ci vuole orecchio. E’ più un atteggiamento che ha a che fare con il riuscire a captare i sussurri e intercettare le persone in carne ed ossa, mentre ci si copre le orecchie per non sentire le urla delle installazioni che vomitano ogni tipo di oggetto-concetto e mentre …
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Il noto e compianto cantautore milanese Enzo Jannacci scriveva, nel 1980, un brano intitolato “ci vuole orecchio”: bisogna averne tanto, anzi parecchio. Per fare certe cose… ci vuole orecchio. La design week milanese è da poco terminata e nella marea sterminata di proposte di tutti i tipi, tra interior design, food design, mobile, sustainable, green, communication e chi-più-ne-ha-più-ne-metta-design, per individuare le vere novità… ci vuole orecchio. E’ più un atteggiamento che ha a che fare con il riuscire a captare i sussurri e intercettare le persone in carne ed ossa, mentre ci si copre le orecchie per non sentire le urla delle installazioni che vomitano ogni tipo di oggetto-concetto e mentre tutto il mondo si riversa nella città per mostrare i contenuti più disparati. Uno dei sussurri che ho sentito più volte di recente è stato “Ghassan Salameh, Ghassan Salameh”: giovane designer libanese, l’ho incontrato a Dubai, ho visto le sue installazioni a Venezia e l’ho nuovamente incrociato a Milano. I suoi lavori si fanno sempre notare e spiccano tra le tante proposte: un percorso tra arte contemporanea e design in edizione limitata, Ghassan ha realizzato un’interessante linea di prodotti zoomorfi che colpiscono l’immaginazione, come la Arthropod Line” o la “Walking Chair”, e altre creazioni che mostrano un interessante equilibrio tra linee, funzione e identità come il mobile “Sardine Can Closet”. Ironico in un modo mai inelegante, Ghassan è una persona veramente piacevole ed è facile ascoltarlo e parlarci insieme: la design week milanese è stata una buona occasione per una chiaccherata. DS: Ghassan Salameh: designer, artista o… ? GS: Designer con un messaggio, che non riguarda tanto il prodotto finito quanto il pensiero che c’è dietro, il concept e il coinvolgimento nel processo produttivo che trasportano il prodotto stesso dall’essere esteticamente accettabile ad un nuovo piano percettivo: il prodotto si definisce come una espressione concettuale e caricata di un significato artistico. DS: Libanese, come esprimi il tuo background culturale e quanto è importante nel tuo lavoro? GS: Provengo da un paese che nella sua storia contemporanea non ha una identità ben definita, non è facile riflettere la cultura in termini di forme relativamente ad un prodotto. Il modo in cui esprimo la cultura del mio paese è rappresentato da alcune tecniche che utilizzo durante le lavorazioni, o viene espresso da alcuni dettagli che derivano dall’osservazione dell’ambiente che mi circonda, per confluire in un prodotto che ha alla base dei significati rilevanti. DS: Qual è il tuo approccio creativo verso un nuovo progetto? GS: Parto sempre da un’idea-ispirazione ideale, un obiettivo, e poi ragiono sulle possibilità e i processi per arrivare più vicino possibile all’idea iniziale. DS: Alcuni dei tuoi progetti esprimono un percorso di aggregazione di diversi pezzi e materiali: hai un materiale o una procedura che preferisci rispetto ad altri, o ti affidi più alla sperimentazione? GS: L’utilizzo della componente artigianale nel processo produttivo e nella lavorazione dei metalli derivano da un mio precoce coinvolgimento in questi ambienti fatti di officine, laboratori e attrezzi. Sono sempre stato attratto dal ferro e dai metalli, ma la sperimentazione rimane il mio principale approccio al lavoro. Ha più a che fare con il buttare gli ingredienti sul tavolo per lasciarmi sorprendere poi dal sapore, dal risultato finale. DS: Il tuo dream project? GS: Un’installazione iconica all’interno dell’Expo: un sogno che viene da lontano, ma anche un obiettivo da perseguire con tenacia.
Ghassan Salameh è un designer emergente di origine libanese che si sta facendo conoscere sempre più a livello internazionale. Tra i suoi lavori, The Arthropod Line, un’iconica lampada snodabile che ricorda una strana creatura lunare, il Sardine Can Closet, un armadio-contenitore a saracinesca ispirato alla classica scatola delle sardine, la Walking chair, un set di sgabelli impilabili in tubo metallico piegato ad angoli non retti, e infine il Side Slide Drawers, una cassettiera con pratici cassettoni che slittano orizzontalmente. www.salamehghassan.com

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