I tatuaggi, una vecchia pratica sempre di moda
I tatuaggi sembrano ormai una moda inarrestabile in Italia, tanto da aver praticamente posto il nostro Paese al primo posto in Europa. Una moda che peraltro è sempre più diffusa tra i minorenni, se si pensa che in base ad alcuni recenti studi condotti sul tema sarebbero oltre un milione e mezzo gli adolescenti e i ragazzi tra i dodici e i diciotto anni che si sarebbero fatti incidere la pelle. Un dato che desta una certa preoccupazione, per ovvi motivi. Se infatti non va assolutamente demonizzato il fenomeno, va anche messo in rilievo come il tutto vada fatto prendendo il massimo di precauzioni possibili, in quanto possono insorgere malattie (epatite C, in particolare) e allergie nel caso contrario. Proprio per questo motivo andrebbero sempre scelte le imprese più serie, quelle che utilizzano tecniche e prodotti in grado di regalare sicurezza, senza puntare a risparmiare ad ogni costo.
Il tatuaggio è una pratica di antichissima data, se si pensa che già agli albori della sua storia, quando era divisa in tribù, l’umanità non esitava ad adottarlo. Quello che è cambiato nel corso del tempo è il motivo per cui ci si tatua; se infatti nelle tribù il tatuaggio rappresentava una forma artistica riferita all’inconscio individuale, che doveva quindi relazionarlo con il misterioso e il religioso e non era di conseguenza volontario, con il corso del tempo è invece diventato una libera scelta, derivante dai motivi più svariati. Con una significativa eccezione, quella rappresentata dalle gang criminali, ove il tatuaggio è un modo per comunicare agli altri la propria appartenenza a quella che è in fondo una tribù.
L’evoluzione del costume ha peraltro comportato una foto di variazioni anche sul piano strettamente normativo. Il tatuaggio, infatti, costituisce a tutti gli atti una modifica del proprio corpo e come tale secondo i detrattori sarebbe oggetto dell’art. 5 del Codice Civile, il quale vieta espressamente atti contro il proprio corpo in grado di attentare alla salute. Una tesi però strampalata, in quanto il tatuaggio non va inteso come un attacco alla propria salute, bensì come un ornamento. Proprio per questo motivo, in effetti, disegnare il proprio corpo non è oggetto di particolari proibizioni.
Allo stesso tempo è praticamente impossibile equiparare il tatuatore ad un operatore sanitario, come del resto è stato ribadito dalla Corte di Cassazione, e la legge provvede a difendere anche il primo da possibili denunce per eventuali lesioni, a patto che il tatuaggio sia eseguito dopo la sottoscrizione del consenso da parte del cliente per mezzo di una dichiarazione preferibilmente scritta. Una consuetudine che però non vale per i minori, in quanto prive di diritti in tal senso e necessitanti quindi di permesso dei genitori. In mancanza di questo consenso il tatuatore può essere accusato di lesioni volontarie anche nel caso in cui sia il minore a richiedere il tatuaggio. Una cosa da tenere sempre in mente, quando si parla di tatuaggi. Chi comunque sia intenzionato ad addentrarsi nel mondo del tattoo, magari ammirando immagini, può usufruire delle foto di tatuaggi su tatuaggisulweb.it, un sito che rappresenta una vera miniera sul tema.