Nella storia dell’arte e del design, molti hanno brevettato colori e registrato loghi con colori specifici, basti pensare al blu di Klein oppure al magenta della tedesca Telekom. Tuttavia nessuno fino ad ora aveva pensato di ricavare e brevettare un colore partendo dagli affreschi di Pompei.
Evan De Vilde è un’artista partenopeo fondatore dell’archeorealismo, una corrente artistica contemporanea che fonde assieme archeologia e stile moderno in opere concettuali, il suo scopo è quello di restituire dignità alle memorie del passato secondo canoni del contemporaneo.
Una delle ricerche di Evan De Vilde fu quella orientata alla città eterna di Pompei, nelle cui sale affrescate ricorre sempre un unicum: il colore rosso pompeiano. Partendo da questa analisi ovvia, De Vilde fotografa i vari rossi e le mille sfumature di ogni affresco; estrapolando i pantoni di ogni colore si accorgerà che non esiste un colore rosso unico ma il tempo ci ha restituito un ventaglio di centinaia di colori tutti differenti e spesso molto distanti tra loro. Eppure l’artista è convinto che esiste un colore unico in quella massa di colori a gradienti diversi.
Dopo un anno di ricerche ed usando un modello matematico su base di medie e mode statistiche riuscirà ad estrapolare un pantone codice colore ricorrente nelle pitture murali di Pompei. Il codice scoperto è ED1012, lo chiamerà Rosso De Vilde. Presenterà la sua ricerca per la prima volta proprio al Museo Archeologico di Napoli.
Oggi il Rosso De Vilde è un concetto artistico, un nuovo colore brevettato dall’autore stesso, usato nei suoi dipinti e nei suoi monocromi, ma dietro il tecnicismo del rosso De Vilde esiste un concetto di recupero della memoria assai forte, soprattutto in un contesto come quello della Campania e in particolare come quello della città archeologica di Pompei che sta vivendo momenti di buio e situazioni non piacevoli dal degrado del tempo alla cattiva gestione.
Ma il concetto si estende oltre Pompei, il tentativo di recupero della memoria di culture e della conservazione e valorizzazione delle risorse è un problema che tocca tutte le città del mondo e tutte quelle società che si sono industrializzate in fretta dimenticando le proprie origini. Evan De Vilde è convinto che il suo nuovo ed originale rosso pompeiano sia realmente un colore che possa dare nuova vitalità alle memorie perdute e alle origini dimenticate di ogni popolo, perché in fondo è proprio ciò che fa il colore: trasforma alchemicamente il buio in luce e negli antichi testi alchemici, guarda caso, il rosso rubedo stava proprio al centro di questo processo di trasformazione.