Cosa caratterizza i dipinti moderni dai dipinti classici? Naturalmente lo stile, il “modernismo” è slegato dai canoni tradizionali dell’arte, è proiettando verso il futuro per una nuova concezione dell’arte stessa. Un sovvertimento delle regole, l’uscire dagli schemi, l’esporre il proprio istinto e le proprie emozioni, la sperimentazione, l’apertura al nuovo ed all’originalità sono le basi dell’arte moderna.
Manet precursore dei dipinti moderni?
Pensando ai quadri e dipinti moderni, ai più verrà in mente Picasso, chissà perché non si pensa mai agli Impressionisti, eppure furono loro a sovvertire le regole. Manet per primo, esponendo la sua anticonvenzionale “Colazione sull’erba”. Con quest’opera è tangibile il distacco dalla tradizione romantica (sebbene permanga la predilezione per i paesaggi) in quanto gli Impressionisti mettono al primo posto dei soggetti reali e le loro stesse impressioni scaturite dal paesaggio che stanno ritraendo, ben rese anche dalle pennellate rapide atte proprio a creare “un’impressione”.
Dipinti moderni nel IXX secolo
Con l’avanzare del futuro, gli Impressionisti si fecero travolgere da nuove correnti stilistiche. Si passò dunque dal realismo al simbolismo, nacque il Puntinismo (di cui fu esponente g. Seurat) che fu solo una minima parte della frammentazione dell’Impressionismo. Primo fra tutti si ricorda l’Espressionismo (derivato dal Fauvismo caratterizzato da una certa violenta energia d’espressione), corrente Post-Impressionista guidata da Vincent Van Gogh da cui ancora si liberò il Cubismo, di cui fu precursore Paul Cézanne, e che in molti classificano come il primo vero movimento dell’arte moderna.
Il Cubismo ed il Futurismo nella scena dell’arte moderna
E’ vero che i dipinti moderni dei cubisti suscitarono un certo clamore, in Francia agli inizi del Novecento. Il cubista non si limitava a ritrarre un oggetto, ma lo scomponeva, lo esaminava, lo proiettava nel tempo e ritraeva le proprie sensazioni. Come ben sappiamo fu Picasso l’autore di spicco. Contemporaneamente in Italia prese vita il Futurismo che pose al centro del quadro moderno la dinamicità e l’assenza di una prospettiva.
I dipinti moderni dei dadaisti e dei surrealisti
Il Dadaismo fu la corrente artistica, che più di tutte sconvolse la critica. I Dada si burlavano dell’arte, erano satirici, irriverenti, dipinti moderni dissacranti ma anche sorprendenti. Dalle ceneri di questo movimento, nacque negli anni venti il Surrealismo, in Francia, che mirava a sondare la psiche, a svelare i meccanismi dell’inconscio attraverso il simbolismo e la metafora (ricordiamo Dalì). Divincolandosi anche da questi schemi, nacquero gli astrattisti, citiamo Mirò.
Successivamente al secondo conflitto mondiale, l’arte moderna prese varie direzioni dando origine a stili astratti o materici, realisti ma pur sempre simbolici, con una concezione sempre nuova dell’espressione delle emozioni e dei pensieri espressi nei differenti stili di dipinti moderni.
Dettaglio sulla vita di un Pittore moderno: Tancredi Parmeggiani
Nato a Feltre, in provincia di Belluno, il 25 settembre del 1927, Tancredi Parmeggiani fu un grande artista veneto, fra i più importanti pittori italiani attivi nel corso del XX secolo.
Estremamente abile e dotato nelle belle arti fin dalla più giovane età, Tancredi Parmeggiani nutrì una forte passione nei confronti della pittura e del disegno, tanto da arrivare, nel 1943, a lasciare gli studi intrapresi presso il liceo classico, per potersi invece iscrivere, a Venezia, al Liceo Artistico, diplomandosi con successo nel 1945. A partire dall’anno successivo, per assecondare ulteriormente la propria propensione pittorica, frequentò la prestigiosa Accademia delle Belle Arti di Venezia, dove venne accolto sotto l’ala del celebre Armando Pizzinato, fra i migliori pittori italiani della sua generazione.
Trascorso, nel 1947, un breve periodo a Parigi al fine di perfezionarsi ulteriormente, fatto ritorno in Italia iniziò a dare il via alla sua ricca e fortunata produzione artistica, avvicinandosi alla corrente relativa allo Spazialismo e consacrandosi, appena ventenne, come uno fra i più promettenti e talentuosi pittori italiani dell’epoca. Prese quindi parte ad alcune tra le più importanti e prestigiose fiere, esposizioni e mostre artistiche del Belpaese, facendo incetta di numerosi premi, titoli e riconoscimenti, ed ottenendo numerosi consensi ed attestati di stima dal pubblico e dalla critica.
A partire dagli anni ’50, Parmeggiani seppe consacrarsi anche a livello internazionale, prendendo parte ad alcune mostre in Inghilterra, in Francia e persino negli Stati Uniti d’America. Nel 1958 convolò a nozze con una collega norvegese, la pittrice Tove Dietrichson.
Tuttavia, in un momento in cui nulla sembrò poter minacciare la sua inarrestabile ascesa artistica, a partire dal 1962 iniziò a soffrire di alcune crisi nervose, e gli venne diagnosticata una brutta forma di schizofrenia paranoide. Pur continuando a realizzare quadri e dipinti, nuove crisi debilitarono ulteriormente il suo corpo e la sua psiche già fragili, costringendolo ad ulteriori ricoveri e portandolo, il 27 settembre del 1964, a suicidarsi buttandosi nel Tevere, trovando quindi la morte a soli 37 anni.